HORRORSCAPE:

Vi ringraziamo anticipatamente per il tempo che ci dedicate. Anzitutto spiegateci un po’ come nasce il vostro progetto e perché avete scelto questo nome.

 

PESO:

Beh, innanzitutto diciamo che, come ogni buon metallaro, prima di essere un musicista sei un fan, sei un appassionato,  sei un ascoltatore  e noi, ai tempi della scuola, eravamo dei fanatici invasati. Partendo da Iron Maiden e Ac/Dc siamo arrivati in poco tempo ad apprezzare le cose più estreme dei tempi che raggiunsero il loro culmine con Venom e Metallica. Quale migliore occasione nel febbraio del 1984 di andare a vederli entrambi a Milano?  Partimmo  Claudio, Ingo ed io  e al ritorno da quel concerto decidemmo che anche noi dovevamo mettere su una band cosi estrema. Nacquero quindi i ghostrider. Ma fu l'anno dopo che decidemmo di cambiare monicker in Necrodeath per assumere un attitudine totale. Per la serie:  o ci amate o ci odiate.

E fu composto cosi il primo demo tape: The shining pentagram, che iniziò a far conoscere la band anche fuori dai patrii confini.


HORRORSCAPE:

Siete stati una delle prime thrash metal band con influenze death e black formatasi in Italia. Come mai questa scelta musicale? Avete per caso avuto delle influenze da altre band?

 

PIER:

Il bello di quegli anni era che si cominciava a suonare per il puro piacere di farlo, per cui si creava musica nella maniera piu' spontanea ed ingenua, senza rendersi conto della novità o meno della proposta. C'erano chiaramente influenze come Venom, Slayer etc, ma tutto nasceva nella maniera piu' naturale. Oggi tante band si formano a tavolino e decidono il genere musicale prima di cominciare a suonare e questa è una pessima abitudine di tanta musica odierna.


HORRORSCAPE:

Agli inizi degli anni '90 la band si scioglie, per poi riunirsi dopo circa otto anni. Come mai questo scioglimento? Per tutti questi anni i membri hanno intrapreso altre carriere musicali?


PESO:

Nel gennaio del '90 ci siamo sciolti.  Ormai l' entusiasmo iniziale era svanito. L' Italia non rappresentava nulla per il metal e noi non eravamo supportati da nessuno. Il tutto in coincidenza con cambi di vita e citta' di qualcuno di noi.

La mia passione per la batteria e per la musica pero' mi portarono qualche mese dopo a formare i Necrosadist, che nel giro di un anno presero il nome definitivo di Sadist, con i quali suonai fino al '96. Fu all' inizio del 1997 che claudio mi ricontatto' per rimettere insieme la band.


HORRORSCAPE:

Spiegateci come è avvenuta la reunion dopo tanti anni.


FLEGIAS:

Se non sbaglio era il 1998 e ricevo una telefonata dall’ amico Peso che mi annunciava la volontà di riformare i Necrodeath. Ovviamente ero al settimo cielo perché da grande fan del gruppo sentivo terribilmente la mancanza del loro sound in quel periodo.

Non ero l’unico a pensarla così, infatti come Peso stesso mi confermò, in molti stavano chiedendo a gran voce un ritorno sulle scene.

Immaginate poi il mio stupore quando capii che al microfono mancava il cantante e chiese a me di ricoprire quel ruolo.


HORRORSCAPE:

Proprio parlando dei vostri concept, quali caratteristiche li differenziano musicalmente e/o tematicamente e perché?


GL:

Nella nostra discografia puoi trovare diversi album “concept” , infatti da alcuni anni abbiamo percorso questa strada considerando un album non solo come una raccolta di canzoni fine a se stessa, ma considerando i singoli brani come delle parti di un unico quadro. Questo non significa che i prossimi lavori saranno necessariamente dei concept, ma ci piace l’idea che un album abbia una propria identità, differente dal precedente.

Per esempio in “Draculea” i temi trattati riguardavano la vita di Vlad Tepes, mentre nel successivo “Phylogenesis” abbiamo affrontato la storia della genesi umana e in “The 7 deadly sins” abbiamo descritto i sette peccati capitali. Mentre discorso a parte va fatto per Idiosyncrasy che è stato concepito come unico brano di 40 minuti anch’esso con unico filo conduttore.

Quindi se per ogni album le tematiche possono cambiare, musicalmente invece cerchiamo di mantenere la stessa identità lavorando sul sound e sul nostro modo di suonare.


HORRORSCAPE:

Chi si occupa del songwriting e dell'artwork degli album?


FLEGIAS:

La parte compositiva normalmente è in mano a Peso che possiede la chiave di volta Necrodeath. Con la composizione in mano sua siamo sicuri di non perdere il trademark che ha contraddistinto la band fin dagli esordi.

Ovviamente man forte in questo lavoro arriva anche da Pier che si preoccupa di dar forma alle idee di Peso con la sua sei corde. 

La parte grafica normalmente la gestisco io tranne in rari casi.


HORRORSCAPE:

I luoghi fuori dall'Italia dove vi siete esibiti dal vivo:


FLEGIAS:

L’Italia rimane uno dei luoghi più battuti per evidenti ragioni logistiche.

Molti sono i suoli stranieri calpestati e di sicuro ne dimenticherò qualcuno. In ogni caso ci provo:

Francia, Svizzera, Spagna, Grecia. Croazia, Slovenia, Romania, Ungheria, Bulgaria, Austria, Germania, Danimarca, Olanda, Belgio, Norvegia, Finlandia, Irlanda, Repubblica Ceca.


HORRORSCAPE:

L'avventura più piacevole o spiacevole che vi è accaduta durante una esibizione dal vivo:


FLEGIAS:

Due sono le cose  spiacevoli che ogni tanto accadono:

Non venir trattati decentemente come ogni artista si meriterebbe di essere trattato e di aver il dubbio fino all’ ultimo di non esser pagati.

Fortunatamente sono occasioni rare.


HORRORSCAPE:

Anticipazioni per un vostro prossimo futuro?

 

GL:

Nell’ imminente futuro ci sono dei concerti che faremo tra Ottobre e Dicembre a Cagliari, Padova,  Milano per promuovere il nuovo singolo Headhunting, mentre per il 2016  è prevista una sorpresa di cui non posso rivelare altri dettagli ora, ma sulla quale stiamo lavorando proprio in questi mesi.


HORRORSCAPE:

Suonate da moltissimi anni, circa 30. Cosa c'è di diverso oggi nei giovani metallari rispetto agli anni '80? Secondo voi quali sono i pro e i contro dei giovani musicisti di allora e di oggi?


GL:

Dagli anni '80 ad oggi sono cambiate molte cose nel mondo musicale, dai generi al modo di registrare, di  vendere ed ascoltare musica,  quindi anche nell’ approccio dei giovani musicisti a tutto questo. Per esempio se negli anni '80 registrare un album significava essere arrivati ad un certo livello di notorietà, perché potevi permetterti di spendere molti soldi per uno studio di registrazione, per la promozione ecc.. oggi tutto questo è possibile farlo da casa propria con un computer e con pochissime spese.

Se negli anni 80 chi suonava heavy metal era visto come un drogato e le band metal locali si contavano sulle dita di una mano, oggi tutti suonano, persino il tuo vicino di casa, così tutti hanno una band e tutti fanno album che finiranno nell’etere insieme a 100.000 altri album che non ascolterà mai nessuno. Oggi abbiamo la fortuna di avere i mezzi, ma il mercato è saturo quindi forse è più difficile farsi notare oggi rispetto al passato. 


HORRORSCAPE:

A voi queste ultime righe per concludere l'intervista. Grazie!

 

PIER:

Grazie a voi per questa intervista, seguiteci su www.necrodeath.net e sulla nostra pagina facebook e youtube!!